L’analisi tattica su Inter-Monza: ai biancorossi serve tempo

Se volessimo trovare una somiglianza tra il Monza e i mondiali di atletica leggera ora in corso a Budapest potremmo dire che i biancorossi, all’inizio di questa stagione, sono rimasti fermi ai blocchi. Naturalmente quella del Monza non è uno sprint ma una maratona, lo abbiamo imparato bene lo scorso anno. In casa dell’Inter (foto apertura Instagram AC Monza) non arrivano i primi punti del 2023/2024. 

Per valutare Kyriakopoulos bisognerà aspettare altre partite, una potrebbe essere la prossima con l’Empoli (foto AC Monza)

Kyriakopoulos, serve pazienza

I nerazzurri di Inzaghi partono bene ma non primeggiano, il vantaggio arriva dopo pochi minuti, ma da un errore del Monza e non da un merito dell’Inter. A centrocampo, a sinistra, non c’è più Carlos Augusto ma Kyriakopoulos. Al greco servono tempo e fiducia per entrare nei meccanismi del Monza e non si poteva certo pretendere da lui un esordio diverso. Tuttavia va detto che sulla rete di Lautaro è lui a sbagliare il movimento. Il 77 si nasconde dietro gli avversari e non dà a Pessina la possibilità di trovare una via di fuga facile per evitare il pressing.

Fare il quinto di centrocampo non è semplice, è un ruolo davvero difficile, dove ci vuole equilibrio e fiducia. Alle spalle vedi gli attaccanti avversari e l’istinto ti porta ad abbassarti sulla linea dei difensori. Invece, bisogna avere il coraggio di rimanere alti, ed affrontare viso a viso l’esterno avversario. Meccanismi che Kyriakopoulos potrà affinare e fare suoi nei prossimi match, nessuno gli chiede la luna e nessuno pretende che possa dare già il massimo alla prima partita di campionato

D’Ambrosio è stato fondamentale nel terzetto difensivo del Monza, con chiusure importanti e tempestive (foto AC Monza)

70 minuti buoni

Palladino, nella conferenza di fine partita, ha dichiarato di aver visto un buon Monza, in grado di giocare bene per 70 minuti. Vero, anche se ci teniamo qualche riserva. La partita era delle più difficili, come detto ieri, ma il Monza non ha mai dato un senso di pericolosità. Anche se, ha costretto spesso l’Inter a difendere con la linea bassa

Lo stesso allenatore biancorosso lo aveva detto: “Quest’anno ci conoscono tutti meglio, e metteranno in campo soluzioni per metterci in difficoltà”. L’Inter l’anno scorso si era scottata, memore del dolore non si è esposta nuovamente. Ha giocato di ripartenza e ha fatto quel che serve per mettere in difficoltà il Monza. Lasciare palla e colpire ad ogni errore: due errori, due goal

La luce si è spenta nei 20 minuti finali, con l’uscita dal campo di D’Ambrosio, positiva la sua partita. E chi dice il contrario di calcio, forse, capisce ben poco. La seconda rete di Lautaro arriva da un errore Pedro Pereira, entrato al posto dell’ex Inter, marca Arnautovic troppo da lontano e concede spazio all’attaccante di fare quello che vuole in area di rigore con il pallone tra i piedi. Il risultato? Doppio passo e palla che taglia l’area, fino a trovare Martinez sul secondo palo, che segue l’azione come un predatore: silenzioso e invisibile, fino a quando non si presenta l’occasione per mordere la preda. 

Maric era nella situazione più difficile, trovandosi sempre marcato qualsiasi movimento facesse (foto AC Monza)

Rispetto

Il Monza ha provato a giocare, facendo del possesso palla la sua arma principale. Molti hanno criticato l’apporto di Maric al centro dell’attacco. Il croato ha partecipato alla manovra e si è fatto trovare pronto. Considerando che giocava contro tre difensori non da poco, è uscito spesso dalla marcatura giocando di prima e liberando bene i compagni. Due occasioni, delle poche arrivate per il Monza, sono passate dai suoi piedi. Bene, dopo questo chiediamo a chi critica Maric: se vi doveste trovare con la casa allagata, ma il cielo sereno, cerchereste un buco nel tetto? Oppure andreste in cantina a controllare eventuali perdite?

Pubblicato da Stefano Masi

Sono di Monza, appassionato di sport e aspirante giornalista

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